La Porta Soprana è una delle principali architetture medievali in pietra del capoluogo ligure. Era l’ ingresso alla città per chiunque giungesse a Genova da levante. Dominava il colle di S. Andrea, che prende nome dal monastero demolito nel XIX secolo per creare Via Dante e il palazzo che attualmente è sede della Banca d’Italia. Le alte torri che inquadrano l’accesso della Porta Soprana recano ancora le due lapidi in latino che commemorano l’impresa architettonica.
Nel XII secolo, per difendere l’autonomia della Repubblica di Genova dalle mire espansionistiche dell’imperatore Federico Barbarossa, furono costruite le nuove mura cittadine. Alla realizzazione delle mura, dette di Barbarossa, che furono terminate fra il 1155 e il 1159, in tempi molto rapidi, partecipò sia finanziariamente che materialmente la stragrande maggioranza degli abitanti. Nel 1161, invece, fu ultimata la costruzione delle tre porte a due torri: Porta Soprana, anche detta Porta di S. Andrea per il monastero adiacente, Porta Aurea e Porta di Santa Fede.
Sull' arco di entrata fra le due torri, inoltre, fu costruita una casa a un piano, a cui se ne aggiungerà un secondo nell'Ottocento. Le due torri, sempre in questo secolo, furono adibite a carcere - la cosiddetta prigione "della Torre" - così come avvenne per il vicino convento di Sant' Andrea.
Negli anni Venti, la struttura fu restaurata restituendo alla Porta l' aspetto che doveva avere al momento della sua costruzione.
Una lunga epigrafe su uno dei muri esterni, rivolgendosi al cittadino che sta per entrare, dice fra l’altro: "Sono sorvegliata da soldati, circondata da splendide mura e scaccio lontano con il mio valore i dardi nemici. Se pace tu porti, accostati pure a queste porte, se guerra tu cerchi, triste e battuto ti ritirerai".